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Sant’Antonio di Pontori
Ferrovia Genova-La Spezia, stazione Lavagna
Sp.33 per S.Salvatore di Cogorno e Carasco,Sp.26 per Conscenti, bivio Prato,Pontori
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DATAZIONE
Fondazione notizie (scarsamente documentate) dal 406 d.C.
ultima fondazione: 1691
PROSPETTI
Facciata a capanna
Elementi architettonici
e decorativi caratterizzanti.
PIANTA
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Ne, S.Antonio di Pontori |
Orientamento: ingresso-abside sud-nord
Tipologia architettura religiosa
Schema pianta centrale
Ingressi: In facciata portale sud
Laterali ---
Navate unica
Campate --
Abside semicircolare interna
Altari uno maggiore + due laterali
Campanile in facciata lato sinistro
SISTEMA DI COPERTURA
Copertura navata centrale volta a cassetoni
navate laterali
ARTISTI – OPERE
DESTINAZIONE
Originaria Chiesa parrocchiale
1691-1775: Cappella
Attuale Chiesa
parrocchiale
Secondo la descrizione del Tiscornia, la chiesa parrocchiale di S. Antonio di Pontori (comune di Ne, in Val Graveglia) s'innalza col suo coro a tramontana su di un
poggio, coperto d'olivi e di viti attorniato da una corona di monti.
Le scarse notizie storiche risalgono al 405, anno in cui la prima chiesa fu distrutta dai Goti, già nel 406 ricostruita sul piano di Pontori sotto il titolo di Maria, cui si aggiunse nel 1246 S. Antonio come contitolare. A questa chiesa nel 1300 era incorporata quella di S. Vincenzo di Terizzo, detta de Cerexia o Cerexola. Concorre alla tassa imposta nel 1387 per il papa Urbano VI comparendo al n. 133 del Registro arcivescovile di Genova come Ecclesia S. Antoníni de Pontili, soldi L.
Demolita la chiesa di Pontori nel 1603, gli abitanti dovettero passare sotto la giurisdizione di Chiesanuova o Garibaldo, ma ben presto si industriarono per staccarsi dalla Chiesanuova. Molti i motivi del distacco: la lontananza e le strade impraticabili, specialmente d'inverno, il fatto che la gente di Terizzo si fosse già fabbricata la Cappella di S. Giovanni Battista, e che gli uomini di Chiesanuova avessero in Conscenti la Cappella di S. Lorenzo. Così anche gli uomini di Pontori fecero in modo di dotarsi di una nuova Cappella. Si unirono infatti otto discendenti di Angelo Garibaldi fu Giovanni e si accordarono come risulta dagli atti del Not. Antonio Podestà in data 16 giugno 1680. Nel 1681 coll'autorizzazione del Senato della Repubblica edificarono la Cappella sotto il titolo di S. Antonio da Padova, nella frazione di Pontori detta "Prato", luogo comodissimo alle loro abitazioni. In un primo momento anche il parroco di Chiesanuova, Domenico Ruscelli, non si oppose all’iniziativa, ma in seguito cambiò idea, insieme all'amministrazione della sua chiesa. Ne seguì una controversia lunga e dispendiosa.
La nuova Cappella, sorta su di un
terreno donato da G.B. Garibaldo fu Gio. Andrea e da G.B. Garibaldo fu Giulio, come in atto del
Notaio Silvestro Podestà, fu benedetta nel 1691 dal Rev.
Gaspare Garibaldo fu Andrea.
Ma gli abitanti di Pontori non si ritennero soddisfatti: vedendo che
l'ufficiatura della Cappella non procedeva con soddisfazione del popolo si
radunarono di nuovo e, con atto del Not. Antonio Beronio d'Arzeno,
il 2 agosto 1774 delegarono parecchi di loro a ricorrere all'Arcivescovo di
Genova per ottenere la restituzione della loro antica parrocchialità,
pronti a costituire al loro futuro parroco quell'onorario
che fosse stato riconosciuto necessario. I delegati, postisi a capo di
quattordici famiglie Garibaldo, previo accordo coll'Arcivescovo
di Genova, versarono L. 6000, come in atto del Not. Antonio Bianchetto in data 25 aprile 1775. La somma venne impiegata nei Banchi di Francia per formare un reddito
annuo di L. 300 a beneficio del parroco pro tempore, come si legge in atto 29 aprile 1775 del Not. Francesco Zaverio di Genova.
Dopo questi aggiustamenti, Mons. Giovanni Lercari Arcivescovo di Genova, con Decreto 10 maggio 1775,
convertiva in Parrocchia la Cappella di
S. Antonio e le assegnava per confini: la Valle del Quarò
Marpeo - Isorella e Maggiolo - le cime del Monte Busseta
- Greghigino - il Passo della Camilla e Roncassa. Di conseguenza i Registri parrocchiali datano dal
1775.
Cresciuta la popolazione, la Cappella si rivelò insufficiente: nel 1756
furono iniziati i lavori per l'ampliamento, ultimati nel 1790. Il sacerdote
Giuseppe Peirano benedì la prima pietra, che fu posta
sotto l'angolo del campanile a oriente: essa racchiude
le reliquie di S. Antonio da Padova e di altri Santi, suggellate in piombo.
Sulla facciata della nuova Cappella fu posta la seguente iscrizione, dettata dal Conte Domenico
Garibaldi fu Antonio di Liggi:
D.O.M. – Ecclesiam. Hanc. Divo. Patavino. Dicatam – Pervetustae. Parrocchiali. Villae. Pontori. Ab. Ianuensi. Antistite. Ioanni. Lercario restitutam 1775. X. Mai. Homines. Biseptem. de. Familia. Angeli. Garibaldi q. Ioannis. Huius Loci. Prati. Incolae. Censu. Aris Sepulcris. Aedibus. Canonicalibus. Et. Aliis. Iam. Donatum. Et. Intructam. Deo. Auspice. Sic. Ampliabant. 1790. 8. 8.bris.
All’interno della chiesa un’altra epigrafe
recita:
Ecclesia S. Pauli
Cerrè facta an. S. N.ae 76 – Gotis deleta 405 – S.ae M. Pontori 406 – S. Antonino
dic.ta 1246 – Aere Pop.
peste im. eversa
1603 – Hic facta 1689 – in paraec. restituta
1775.
Questa epigrafe sintetizza tutta
la storia della chiesa che abbiamo ripercorso. Il Tiscornia
ironizza sulla valutazione di questo “marmo” da parte dei Remondini, che scrivono (1888): “Esso non è sincrono.” Tiscornia aggiunge in proposito:
“Pensate! un’epigrafe di 6 linee con 7 date ci dà la
storia di ben 18 secoli di questa chiesa! dai tempi
apostolici al finire del secolo XVIII ! E’ troppo. (I Remondini)
citano poi il Banchero, il quale, nella storia del
Duomo di Genova, a pag. 118, dice che nessun documento mostra l’esistenza d’una chiesa in Liguria, anteriore al 980. Tuttavia, anche non
volendo tenere conto delle prime tre date, che non possono avere altro peso che
l’eco di una tradizione e di una opinione qualsiasi,
il resto dell’epigrafe non sarebbe altro che pura e semplice verità
documentata.”
Ne, S.Antonio
di Pontori, facciata
La facciata della chiesa di S. Antonio di Pontori è a capanna, tripartita da un doppio ordine di lesene, con un portale che era sormontato dall’iscrizione di Domenico Garibaldi, datata 1790, sopra trascritta, mentre attualmente l’architrave del portale d’ingresso documenta soltanto la data dell’ultimo rifacimento (1938).
Ne, S.Antonio di Pontori, particolare dell’architrave del portale di ingresso (1938)
La pianta è
ad aula unica: misura m. 10 in larghezza e m. 14 in lunghezza compresa l’abside
è semicircolare.
Ne, S.Antonio
di Pontori, interno
Gli
altari sono tre: il maggiore in marmo.
Ne, S.Antonio
di Pontori, altare maggiore
Il
primo entrando, a destra è sacro al SS. Crocifisso, il
secondo, a sinistra, all'Addolorata. Sono entrambi in cotto con colonne in
cotto. Il pavimento, le balaustre e il battistero sono in marmo; il pulpito in
cotto; il coro in legno di noce.
Ne, S.Antonio
di Pontori, altare ds. del SS. Crocifisso
Sull'orchestra si trova un organo restaurato
dalla Ditta Paoli; sul campanile, oltre l'orologio,
sono quattro campane, prodotte nel novembre 1882 dalla fonderia Capanni di Castelnuovo.
Ne, S.Antonio
di Pontori, veduta absidale e campanile
La sagrestia e la canonica sono adiacenti alla chiesa: la sacrestia dietro il coro, la canonica sul lato sinistro.
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Tiscornia Luigi Biagio, Nel bacino imbrifero dell’Entella-Val di Graveglia-Cenni storici-Notizie naturali e civili, 2 voll., Chiavari, 1935.
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Belgrano L. T.(a cura di), Registro della Curia Arcivescovile di
Genova, in “Atti della Società ligure di Storia Patria”, Genova, 1862.
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Remondini
Angelo e Marcello, Parrocchie dell’archidiocesi di Genova. Notizie storico-ecclesiastiche. Quinta regione, Genova
,1888.