Autostrada Genova-Livorno,
casello Rapallo
Ferrovia Genova-La
Spezia, stazione Rapallo
dal casello autostradale, direzione Ruta fino alla frazione
di S. Maria del Campo (km 2,2);
ponte Nuovo sul torrente S. Maria, si prosegue per S.
Massimo: lungo la strada, sulla sinistra, sono le rovine del monastero
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DATAZIONE
Fondazione 1204-1206
PROSPETTI
Facciata con
protiro murato ai lati (non più in elevazione)
Elementi architettonici ---
e
decorativi caratterizzanti
PIANTA
|
Rapallo, Valle Christi |
Orientamento: ingresso-abside ovest-est
Tipologia complesso
monastico
Schema croce
latina
Ingressi: In facciata un
portale lato ovest
Laterali uno lato nord (verso
l’antica mulattiera)
uno
lato sud (dal chiostro)
Navate navata
unica
Campate ---
Abside tre
absidi quadrangolari
Altari uno
maggiore + due laterali
Campanile torre
nolare sulla cappella destra
SISTEMA
DI COPERTURA
Copertura navata centrale copertura in legno
abside volta
a crociera in conci squadrati
presbiterio volta a
crociera in mattoni
transetto volta
a crociera in mattoni
ARTISTI
– OPERE
Fiasella Domenico S.
Biagio che visita i carcerati, tela, XVIII sec. (venduto nel 1572 alla
Collegiata di Rapallo)
DESTINAZIONE
Originaria Monastero
cistercense
Attuale Monastero
delle Clarisse (rovine)
Monumento
nazionale (dal 1903)
Dai documenti dell’Archivio di Stato di Genova trascritti da Arturo
Ferretto apprendiamo che l’ origine del Monastero di Valle Christi è dovuta a
due nobildonne genovesi, Altilia Malfanti vedova De Mari e sua sorella Tibia,
le quali donano un fondo di loro proprietà perché vi fosse costruito un
monastero di monache dell’ordine cistercense, con l’intenzione di ritirarsi a
vita monacale. Lo attesta l’atto di donazione rogato in data 3 Aprile 1204 in cui l’Arcivescovo di Genova
Ottone dichiara: “recepimus a vobis fundum...”. L’ordine cistercense si
era già insediato a Tiglieto, a Borzone e a Genova in S. Maria dello Zerbino,
convento da cui avrebbe dovuto dipendere il nuovo monastero che in un documento
del 7 Aprile 1206 risulta essere già abitato da suore.
Le monache cistercensi vi restano per
trecento anni, ma nel 1502 rimangono soltanto due monache che vengono
trasferite per l’istituzione di nuove norme giuridico-religiose secondo le
quali dovevano essere soppressi i complessi monastici con meno di cinque
monache.
Dopo il tentativo, fallito, di insediarvi i
Cistercensi di Tagliata, il monastero rimane disabitato fino al 1508, anno in
cui subentra un gruppo di religiose di clausura dell’ordine di Santa Chiara.
Anche queste hanno difficoltà a restare, per l’isolamento e l’insalubrità del
luogo: nel 1530 su ventidue monache, diciassette vogliono essere trasferite e
solo cinque restare. In più, i decreti del Concilio di Trento, tendenti ad
accentrare i monasteri nei centri abitati, per metterli al riparo dalle
incursioni dei Saraceni, mettevano il complesso monastico di Valle Christi
nella condizione di essere soppresso. Il breve di Gregorio XIII del 9 agosto
1572 sopprime il convento, tuttavia alcune monache rifiutano l’allontanamento e
solo nel 1573 l’Arcivescovo può dichiarare ufficialmente chiuso il monastero.
Le cronache del tempo informano che i beni
mobili del convento furono inventariati e venduti: la reliquia della testa di
S. Biagio e una tela di Domenico
Fiasella, forse S.
Biagio che visita i carcerati, passano alla Collegiata di Rapallo.
Sempre nel 1572 la Curia genovese vende il Monastero e le sue terre ad Agostino
(o Nicolò ) Bardi per L. 10.155, con l’obbligo della manutenzione della chiesa,
dove avrebbe officiato un cappellano.
Dai documenti di una lite che impegna
Agostino Della Cella nel 1788 si può dedurre che in quell’anno la chiesa è
ancora quasi tutta in elevazione, come pure il chiostro, formato da colonnine
binate di marmo bianco reggenti archetti a sesto acuto.
L’aspetto attuale di degrado del monastero,
per lo storico Arturo Ferretto, è da attribuire a fatti recenti: riferisce
infatti che il chiostro esisteva ancora nel 1828, come testimonia una lettera
del 1858 del sindaco di Rapallo, Ambrogio Tasso, in cui si afferma che il
monastero era in discreto stato di conservazione e che il chiostro era ancora
in elevazione circa trenta anni prima.
Nel 1903 questo complesso monastico è stato
dichiarato “Monumento Nazionale” e all’inizio del XX secolo, già rudere, è
stato restaurato a cura di Alfredo D’Andrade.
Rapallo, Monastero di Valle
Christi, Pasquale Domenico Cambiaso, Rovine del Monastero di Valle Christi,
veduta anteriore dell’abside, del transetto e del campanile, disegno a
matita nera, 1860-61: (da P. D. Patrone, G. Blengino, La Liguria di Levante
nell’800 dalle vedute di P. D. Cambiaso, ECIG Ed., Genova, 1983)
Il complesso monastico, per lo
studio del quale la fonte principale è stata un saggio di Claudio Montagni pubblicato
nel 1979 sulla rivista “La Casana”, allo stato attuale presenta un esteso
degrado architettonico: del chiostro, della chiesa e degli edifici di clausura
poco rimane, leggibile solo dal punto di vista archeologico, mentre solo la
parte absidale della chiesa e il campanile sono ancora nel complesso integri.
Rapallo, Monastero di Valle Christi, insieme delle rovine del
monastero
La chiesa del monastero è in stile
romanico-gotico, cioè un gotico tipicamente italiano, che utilizza l’ogiva, cioè
l’arco a sesto acuto, ma che rimane romanico dal punto di vista della statica
costruttiva. Il campanile è l’elemento più gotico del complesso, con la sua
guglia piramidale a base quadra. La
pianta della chiesa è a croce latina. Le tre absidi sono rivolte ad est:
l’abside maggiore, con volta a crociera in conci squadrati, sporge poco dal
muro perimetrale rispetto alle due absidi laterali che contengono due cappelle
che si affacciano sul transetto. Le absidi hanno pianta quadrangolare, canonica
nelle chiese cistercensi: nel territorio del Tigullio ne troviamo altre con
questa forma, ad esempio nella Basilica di
S. Salvatore dei Fieschi a Cogorno.
Rapallo, Monastero
di Valle Christi, resti della chiesa: abside
Il
transetto sinistro si allarga un po’ dal lato opposto alla cappella per formare
un ingresso dalla porta laterale che si apriva a nord sull’antica via
mulattiera.
Rapallo, Monastero
di Valle Christi, transetto
Il presbiterio e i due lati del transetto sono
coperti con volte a crociera in mattoni, mentre le cappelle laterali sono
coperte con volte a botte in pietra. La convergenza dei muri laterali delle
cappelle crea un effetto prospettico che aumenta con un artificio ottico la
profondità dei piccoli ambienti.
Sul perimetro del braccio destro del
transetto è costruita la torre nolare, il cui peso è sostenuto da tre archi a
sesto acuto e dal muro laterale del transetto verso ovest. Il sesto acuto è
usato sapientemente in senso strutturale e i muri servono da controspinta. I
costoloni della crociera portante la torre sono in mattoni sagomati in rotondo,
mentre la chiave di volta è un concio in pietra a forma di croce dai bracci
uguali, arrotondati, con due cerchi concentrici al centro e figurine a rilievo
sui bracci, poco leggibili.
Rapallo, Monastero di Valle Christi,
crociera portante della torre nolare con i costoloni sagomati in rotondo
Rapallo, Monastero di Valle Christi, particolare
della chiave di volta con un concio in pietra a forma di croce
I mattoni sono stati usati per rendere meno
pesante la costruzione e non gravare sulle fondamenta, ma Alberto Pucci nel suo
lavoro su Valle Christi avanza l’ipotesi che, nella scelta del materiale da
costruzione se ne sia valutata la forza simbolica: sicuramente se ne ha un uso
differenziato, la pietra nera di promontorio e l’agro di ardesia locale per i sacelli sacri, i mattoni delle crociere
per i pellegrini nella cappella di sinistra e per le monache in quella destra,
il legno del tetto nella navata unica riservata al popolo.
La cappella destra doveva essere riservata
alle suore, infatti si intuisce nel piccolo spazio una sistemazione di panche
davanti ai due altari laterali in modo che chi entrava e usciva dalla chiesa
non disturbasse chi pregava. L’uso da parte delle suore clarisse di clausura,
ma anche prima delle cistercensi, si intuisce per le tracce di protezioni
rimaste che servivano a schermare la zona.
L’accesso alla chiesa direttamente dal
chiostro era ricavato dentro la navata, sul lato destro, dove si nota ancora un
lieve ribassamento del pavimento.
Rapallo, Monastero di Valle Christi,
resti del chiostro
I
muri laterali e di fondo della chiesa sono ormai solo indicati dalle fondazioni
superstiti. Alla porta principale della chiesa, in facciata, si accedeva con
dei gradini in discesa da un protiro murato ai lati, contro cui terminava il
corpo ovest del convento. Probabilmente la porta aveva gradini anche a salire,
prima di scendere al piano del pavimento della navata. I tre lati della
costruzione conventuale ed il corpo della chiesa racchiudevano un chiostro rettangolare di cui ora si vede
solo la forma planimetrica rivelata da residui di fondazioni e un pozzo.
Rapallo, Monastero di Valle Christi,
resti del chiostro e del pozzo
A valle, contro il muro della chiesa, la
presenza di un cimitero è testimoniata da numerose ossa umane e da una tomba a
lastre di pietra, ma la presenza di tombe si rivela in molte altre parti del
convento, ad esempio a monte, nel pavimento del portico del chiostro, a fianco
dell’abside verso sud.
L’interno doveva essere semplice, come
sempre nelle chiese conventuali: l’intonaco
della chiesa era almeno in parte decorato, ci sono resti di una
zebratura bianca e nera. L’abside
maggiore ha un rosone e due finestre: l’orientamento ad est permetteva al primo
sole del mattino di entrare nella chiesa e illuminarla mentre si cantava il
Mattutino.
Rapallo, Monastero di Valle Christi,
particolare del rosone e delle due finestre dell’abside visto dall’interno
La torre nolare, in mattoni, è la parte
meglio conservata: la sua pianta è quadrata, leggermente trapezoidale. E’
divisa in tre piani segnati da cornici marcapiano che sono semplici cordolini
in pietra sottolineati da una serie di cinque archetti che poggiano su peducci
in pietra.
Rapallo, Monastero
di Valle Christi, torre nolare, XIII sec.
Rapallo, Monastero
di Valle Christi, particolare delle cornici marcapiano della torre nolare
Il tetto è una cuspide piramidale a base
quadrata, aperta sulle quattro facce da altrettanti abbaini archiacuti e
timpanati. La torre, a parte qualche intervento sostitutivo, si è conservata
nella sua forma originaria; nel resto della costruzione si possono notare
alcune sostituzioni di elementi lapidei abbastanza evidenti soprattutto attorno
a qualche finestra.
Rapallo, Monastero
di Valle Christi, particolare della cuspide piramidale della torre
Per quel che riguarda il convento, era
costruito intorno al chiostro con portico a colonnine in marmo bianco, non più
in elevazione; l’edificio era a tre piani, un piano terreno con cantine,
dispensa, cucine e refettorio, ai piani superiori erano ambienti di lavoro e di
preghiera e alloggi per venti-trenta monache.
Il complesso conventuale di Valle Christi è nell’insieme un’ opera di piccole proporzioni ma di grande pregio storico e artistico, con un sottile equilibrio di austerità cistercense, misura e armonia architettonica: le sue vestigia rappresentano un prezioso patrimonio da salvaguardare con interventi di manutenzione conservativa.
- AA. VV., Guida d’Italia. Liguria, T.C.I., Milano, 1982.
- Ferretto A., Il distretto di Chiavari, preromano, romano e medievale, Chiavari, 1928.
- Ferretto Arturo, I primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria e in particolare a Genova, in “Atti della Società Ligure di Storia Patria”, vol. XXXIX, 1907.
- Montagni Claudio, Valle Christi, un patrimonio artistico da recuperare, in “La Casana”, n. 3, 1979, pp. 22-27.
- Patrone Pietro D., Blengino Gianluigi, La Liguria di Levante nell’800 dalle vedute di P. D. Cambiaso, ECIG Ed., Genova, 1983.
- Pucci Alberto, I ruderi del Monastero di Valle Christi in Rapallo o della scoperta della prospettiva, in “Il Quaderno del Caruggio dritto”, Rapallo, 1987.
- Tiscornia Luigi Biagio, Nel bacino imbrifero dell’Entella-Val di Graveglia-Cenni storici-Notizie naturali e civili, 2 voll., Chiavari, 1935.