Biografia di Bernardino Fasolo (Pavia 1489?- notizie al 1526)

 

Bernardino Fasolo, figlio di Lorenzo Fasolo, secondo l’Alizeri nasce a Pavia intorno al 1489, mentre più recentemente Giuliana Algeri è piuttosto favorevole ad anticipare la data di nascita di circa dieci anni. Si forma nella bottega paterna; giunge a Genova a seguito del padre nel 1494, e nel 1511 appare autonomo dal momento che prende in affitto la bottega di Luca Baudo dalla vedova Bianchinetta, sorella di Giovanni da Barbagelata, e si impegna a terminarne le opere. A Genova la famiglia dei Fasolo si imparenta con altri due pittori, Antonio Semino e Agostino Bombelli, entrambi cognati di Bernardino. Certamente quest’ultimo, dopo una prima formazione in cui sono determinanti gli influssi del padre e di Luca Baudo, si avvicinerà alla personalità di Antonio Semino, giungendo a una “forma di espressione più intima e raccolta, caratterizzata da figure pensose, dai contorni delicatamente sfumati”. (Montagni)

Risulta iscritto al n. 54 della matricola dell’Arte di Genova e nel 1513 console dell’Arte della Pittura insieme a Luca da Santolupo.

Il 25 settembre 1515 si impegna ad affrescare la cappella dei seateri della Compagnia del Corpo di Cristo e della Beata Vergine nella chiesa del convento di S. Sebastiano a Genova (detto “di Pavia”), su modello di una cappella che aveva dipinto all’Annunziata di Portoria per Giovanni Battista Rotulo.

Nel 1516 realizza il polittico per la Parrocchiale di Cassano d’Adda (Milano) con l’Adorazione del Bambino e Santi, che presentava la firma e la data: Castelnovi mette in dubbio la sua attività in Lombardia e la stessa firma.

Il 16 aprile 1518 si accorda con Lorenzo Cattaneo per terminare il polittico, iniziato dal padre, con S. Sebastiano tra i Santi Rocco e Pantaleo per il Santuario della Madonna del Monte. Dello stesso 1518 è la Madonna col Bambino, firmata e datata (BERNARDINUS FAX/OLUS DE PAPIA FA/CIEBAT 1518), già a Palazzo Braschi a Roma, oggi al Louvre: per Castelnovi l’opera “pare frutto di un sentire rinascimentale” di cui si devono ancora ricostruire le fonti.

Nell’anno successivo, il 3 dicembre 1519, si impegna con i massari della chiesa di S. Massimo sopra Rapallo all’esecuzione di una Maestà col Santo titolare, che però secondo la Cataldi Gallo non è identificabile con quella con lo stesso soggetto che vi è attualmente conservata.

Nel 1521 realizza l’Adorazione del Bambino, conservata alla Pinacoteca Malaspina di Pavia, firmata “BERNARDINUS/FAXOLUS DE PAPIA PINSIT “ e datata “AD LAUDE. DEI. ET MATR VIRGINIS. S. IOSEPH. ET. OM/ SATOR HOC OPUS FIERI FECIT. VINCENTCIUS DE AI/ROLIS. C.DBS. 1521”. L’opera, di cui la Fontanarossa ha ricostruito la vicenda storica, per Castelnovi è già “assai debole”.

Quasi certamente firmata e datata 1521, doveva essere la Madonna con il Bambino detta Madonna delle Grazie o Madonna del latte, conservata originariamente nella Chiesa di S. Giovanni Battista a Chiavari, attualmente nel Museo Diocesano chiavarese: Cataldi Gallo, Castelnovi, Frangi, Algeri  sono unanimi nell’attribuzione al Fasolo, già dovuta a Carlo Garibaldi (1853), mentre l’attribuzione è messa in dubbio dalla Fontanarossa.

Marzia Cataldi Gallo ha attribuito a Bernardino anche la Natività del Museo Diocesano di Chiavari proveniente dalla chiesa di S. Francesco a Rapallo, con una datazione tarda 1520-25, e la pala di S. Siro con otto storie della sua vita, nella chiesa genovese di S. Siro di Struppa, datata 1516: Castelnovi di entrambe le pale contesta l’attribuzione, limitandosi a una generica indicazione di “pittore lombardo”. Anche il Frangi contesta l’attribuzione.

La Algeri ha accostato alla cerchia di Bernardino Fasolo le tre tavole (originariamente un trittico) con i Santi Giovanni Battista, Rufino e Pietro, che si conservavano nella chiesa di S. Rufino a Leivi, attualmente al Museo Diocesano di Chiavari, databili intorno al 1530. Montagni preferisce leggere nella figura assisa su un trono ligneo un S. Giovanni Evangelista, invece di S. Rufino.

L’ultima notizia finora reperita su Bernardino è un atto datato 8 novembre 1526, in cui il pittore si impegna a compiere, insieme a Battista Grasso, la facciata del Palazzo di Nicolone e Stefano Grimaldi in via S. Luca a Genova.

 

 

Bibliografia

 

-          Algeri Giuliana (a cura di), Il Museo Diocesano di Chiavari, Sagep, Genova, 1986.

-         Algeri Giuliana, Testimonianze d’arte nella diocesi di Chiavari. Opere restaurate 1982-92, Catalogo mostra a cura di, Genova, 1993.

-         Alizeri Federico, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalle origini al secolo XVI, Genova, 1870-80, 6 voll.

-         Castelnovi G.V., Il Quattro e il primo Cinquecento, in La pittura a Genova e in Liguria, Genova, 1987, pp. 73-160.

-         Cataldi Gallo M., Ancora su Bernardino Fasolo, in AA.VV., Studi in memoria di T.O. De Negri, “Bollettino ligustico per la storia e la cultura regionale”, Genova, 1986.

-         Cataldi Gallo Marzia, Aggiunte a Bernardino Fasolo, in Argomenti di Storia dell’Arte. Quaderno della scuola di perfezionamento in archeologia e storia dell’arte della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova 1971-79, 1980, pp. 97-101.

-         Fontanarossa R., Pier Lorenzo e Bernardino Fasolo: il catalogo ragionato dei dipinti, in “Artes”, 1998, 6, pp. 44-58.

-         Frangi F., I pittori pavesi in Liguria nel Quattrocento, in M. Gregori (a cura di), La pittura a Pavia dal Romanico al Settecento, Milano,1988.

-         Garibaldi C., Della storia di Chiavari, Genova, 1853.

-         Montagni Claudio - Pessa Loredana, Leivi, Lettura di un paesaggio ligure, Sagep Ed., Genova, 1988.

-         Parma Elena (a cura di), La pittura in Liguria. Il Cinquecento,  Ed. Microart’s, Recco, 1999.