Il Progetto
Artigullio, avviato dal Liceo Marconi-Delpino di Chiavari nell’a.s. 1998-99,
ha avuto come principale obiettivo promuovere tra gli studenti la conoscenza
del patrimonio storico-artistico del Tigullio. Si è ritenuto questo un primo
passo fondamentale per la sua conservazione e valorizzazione: primi
destinatari del progetto sono stati dunque gli studenti del Liceo, ma ci
piace pensare che anche i fruitori dell’ipertesto
possano essere sollecitati a un interesse responsabile nei confronti del patrimonio
artistico locale.
Il piano della ricerca è stato articolato in due direttrici, lo
spazio e il tempo. Ci si è proposto, là dove era possibile, di intrecciare le
fonti allo scopo di ricostruire il contesto storico
e sociale al cui interno si è svolta la vicenda artistica. Il lavoro si è
sviluppato dunque sull’asse diacronico per la
ricostruzione del processo storico-artistico, mentre sull’asse della
sincronia si è cercato di mettere a fuoco alcuni punti cruciali della storia
dei beni architettonici e artistici e degli artisti che li hanno prodotti. La
dimensione spaziale è stata altrettanto importante: non ci si muove nello
spazio astorico di un itinerario turistico (anche se l’ipertesto può essere
considerato un viaggio, e come tutti i viaggi non banali ha un itinerario),
ma in uno spazio in cui il bene architettonico rivela la sua storia, il
suo legame con il luogo e la comunità che l’ha voluto, con gli artisti grandi
o poco conosciuti che l’hanno immaginato.
La struttura dell’ipertesto è organizzata in sei grandi
categorie di quello che si può definire il suo menu: percorsi topografici,
beni architettonici, beni artistici, artisti, bibliografia e glossario.
I percorsi topografici ci introducono
agli itinerari dei dodici comuni oggetto della ricerca: Borzonasca, Casarza,
Chiavari, Cogorno, Lavagna, Leivi, Moneglia, Ne, Orero, Rapallo, S. Colombano
Certenoli e Sestri Levante. In ciascuno di questi comuni sono
stati studiati uno o più beni architettonici, quasi esclusivamente
architetture religiose. La scelta è stata motivata soprattutto dall’area di
provenienza degli studenti, perché è stato ritenuto importante istituire un
legame ravvicinato tra il ricercatore e l’oggetto di studio.
Nella categoria dei beni architettonici, collegata alla precedente,
sono esaminate ventiquattro architetture: ciascun
bene architettonico presenta una localizzazione con il percorso topografico,
la planimetria, la scheda di catalogazione, i cenni storici e la descrizione
artistica. Quest’ultima è una sorta di visita guidata all’interno della
chiesa, che è accompagnata da una ricca documentazione iconografica. La
bibliografia relativa al bene architettonico
catalogato conclude questa trattazione e nello stesso tempo confluisce nella
Bibliografia generale.
La categoria Beni artistici presenta un menu con tre voci:
affreschi, tavole e tele, sculture. All’interno di ciascuna di queste
voci è un catalogo di beni artistici, del tutto inedito, una sorta di
banca-dati degli affreschi, tavole e tele, sculture, raggruppate per
autori in ordine alfabetico, con le indicazioni della collocazione, del
soggetto e, ove possibile, della datazione. Nell’ipertesto è possibile
passare dal singolo bene artistico (ad esempio una pala d’altare) al bene
architettonico che lo conserva e alla relativa descrizione.
Nella categoria Artisti sono contenute le biografie di
trentaquattro artisti attivi nel Tigullio tra il XV
e il XX secolo: le biografie, che hanno ampiamente utilizzato gli studi di
storia dell’arte ligure, sono sempre corredate dalla bibliografia dei testi
di riferimento.
I curatori del progetto hanno cercato di stabilire relazioni
precise e organiche tra le diverse categorie individuate (in particolare tra
beni architettonici, beni artistici e artisti che li hanno prodotti), si sono
proposti di privilegiare la qualità dell’informazione rispetto alla quantità
di dati non controllabili, così come hanno indirizzato gli studenti verso un
esame critico e comparativo delle diverse fonti: lo sforzo è stato quello di
esplicitarle sempre, e la ricca bibliografia ne è una prova. In questo
lavoro, che è stato soprattutto di ricerca sul campo, meticolosa, e di
studio, che tutto deve alla storiografia artistica ligure, qualche volta ci è capitato di fare qualche piccola scoperta e questa
emozione speriamo di averla trasmessa.
P.M.D. e A. A.
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